Custodia e sviluppo dell’Ambiente

Il progetto si preoccupa di custodire il territorio Marchigiano partendo dal dissesto idrogeologico.

Per custodia intendiamo la sistemazione dei canali, canaloni, fossi e fiumi e la relativa piantumazione per consolidare il terreno.

Per sviluppo intendiamo la messa in produzione delle aree montane e/o demaniali, che oggi versano in uno stato di degrado incredibile. Ciò avverrà, man mano che le aree vengono custodite, attraverso la piantumazione con piante idonee a produrre legname da utilizzare  per mobili, case e cellulosa.

La custodia avverrà annualmente a rotazione su porzioni del territorio regionale limitate e interessandolo completamente nell’arco di 30-40 anni.

La piantumazione sullo stesso luogo avverrà in due tempi: la prima subito dopo la sistemazione idrica e la successiva a 4-5 anni di distanza, inserendo le nuove piantine tra una pianta e l’altra delle esistenti. Questo consentirà di produrre alberi da utilizzare in seguito senza interruzione per sempre.

Ovviamente le aree fatte oggetto di taglio non saranno svuotate completamente (Tutto pieno – tutto vuoto) ma saranno selezionate le piante più vecchie e lasciate quelle messe a dimora i 4-5 anni successivi. Si perché così facendo si lasceranno sviluppare le piante rimaste piccole per la mancanza di spazio e dopo altri cinque anni si metteranno a dimora altre piante tra quelle rimaste dal primo taglio.

La grande massa vegetale che si otterrà, in perfette condizioni di accrescimento, servirà a ridurre l’effetto serra ambientale attraverso l’assorbimento dall’atmosfera di una quantità di anidride carbonica doppia, tripla rispetto all’assorbimento delle attuali piante.

Alberi nuovi che sostituiranno quelli vecchi, malati, agonizzanti che non sono più in grado di svolgere adeguatamente la funzione clorofilliana,  e che assorbiranno ognuno tre volte l’anidride carbonica dei precedenti.

Indispensabile è spiegare a tutti i concittadini, alle parti sociali e civili che il progetto, nella sua globalità, non inquina in alcun modo l’ambiente e che a differenza degli altri impianti esistenti ad “emissione zero” (così come sono chiamati dalla U.E. quelli che essendo alimentati a Biomassa rimettono in circolo la stessa quantità di CO2 che utilizzano): possiamo definirlo ad emissione di CO2 negativa.

Il miglioramento ambientale avviene quindi attraverso un’assorbimento di CO2 maggiore di quella che sarà emessa attraverso la funzione clorofilliana delle alghe allevate che andrà a ripulire parte dell’atmosfera contribuendo quindi a migliorare la qualità della vita nella nostra regione.

Per attuare il progetto daremo vita a nuove forme di cooperazione tra le imprese e ne verranno costituite di nuove per poter:

  1. Rimuovere il materiale che non consente alle acque piovane di defluire a mare
  2. Intervenire sugli argini in degrado per ripristinarli
  3. impiantare sugli argini superiori dei corsi d’acqua specie botaniche adeguate a riprodursi spontaneamente e nel contempo che garantiscano elevate produzioni di legname ad ettaro, grande tenuta agli eventi atmosferici e garantiscano un habitat idoneo a mantenere la diversità biologica all’ambiente.
  4. procedere al taglio e al trasporto del materiale organico legnoso al centro di trasformazione
  5. trasformare la biomassa di scarto in energia elettrica per sopperire alla mancanza di produzione di energia elettrica nella Regione (circa 4.449.000.000Kwh) e ricavare l’utile necessario a pagare impianti, attrezzature e dipendenti.
  6. Utilizzare i fumi delle centrali, le polveri sottili, le ceneri e tutte la altre sostanze derivanti dalla combustione, adeguatamente sciolte e inglobati all’acqua, per alimentare micro-alghe in ambienti protetti
  7. Utilizzo successivo delle alghe accresciute per  la produzione di olio combustibile, farmaci (Omega 3 e omega 6), alimenti altamente proteici (Spirulina, clorella, B Carotene), cosmetici e pellet

Per l’attuazione, dopo il periodo di test e di primo impianto da attuare con finanziamenti Locali, Provinciali e Regionali, si prevede, per replicare gli impianti per coprire tutta la Regione, la copertura finanziaria da parte della Comunità Europea.

Per essere finanziabile il progetto dovrà essere in linea con i Regolamenti CE in Materia Ambientale e con quanto previsto dal Protocollo di Kyoto.

Una volta a regime il progetto consentirà di:

  1.  sistemare e custodire il territorio a livello idrogeologico intervenendo su tutta la superficie della regione almeno una volta ogni 10 – 15 anni e sulle aree più a rischio più spesso o all’occorrenza
  2. scegliere i tipi di alberi da impiantare in funzione non solo dell’uso energetico ma anche di attività industriali collegate che possono sorgere(cellulosa per la produzione della carta, tavole di legno, blocchi da costruzione in legno-cemento da utilizzare nelle costruzioni in bioedilizia)
  3. aiutare gli agricoltori a smaltire i rifiuti creati dalle potature dei frutteti e delle vigne senza caricarli dei relativi costi per lo smaltimento
  4. aiutare le Amministrazioni Comunali ritirando a costo minore i rami di potatura degli alberi di vie, parchi comunali e giardini dei cittadini 
  5. smaltire le biomasse civili e industriali senza emettere fumi, polveri sottili, diossine in atmosfera e/o interrare ceneri nelle discariche (oggi utilizzando le biomasse per produrre biogas si ottengono quantità di materiale di risulta pari all’80% di quello in entrata).
  6. ripulire in parte l’atmosfera dell’anidride carbonica generata dalle combustioni domestiche, industriali, dei mezzi di trasporto, di lavoro e dagli uomini e dagli animali con la respirazione  (l’anidride carbonica prodotta  durante la combustione delle biomasse è insufficiente per la fotosintesi clorofilliana delle alghe impiegate e dei nuovi alberi e di conseguenza attingeranno a quella presente in atmosfera assorbendola e producendo ossigeno).
  7. creare, nel solo progetto pilota, da 40 a 160 posti di lavoro (per tutta le regione Marche oltre 4.000 direttamente collegati e altri migliaia indirettamente operanti) pressoché a costo zero, anzi con un reddito d’impresa teorico di circa il 25 % sul prodotto venduto e tenuto conto dell’ammortamento degli impianti in 5 anni.
  8. disporre di macchinari specifici e personale qualificato per contenere il dissesto idrogeologico del territorio
  9. creare una rete di “operatori verdi” ad alta professionalità che si occupino della:
    a.     produzione piantine alberi
    b.     loro messa a dimora
    c.     potatura e taglio alla base
    d.     trattamento con mezzi biologici, se possibile, 
    (lotte integrate) e chimici in alternativa
    e.     mantenimento alvei corsi d’acqua
  10.  produrre, una volta a regime, la totalità dell’energia elettrica mancante alla regione 

E’ troppo bello?

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Le persone che sono pazze abbastanza da sognare

di poter cambiare il mondo,

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